6 Novembre 2020, Twitter Inc. ha sospeso definitivamente un account di Steve Bannon, mentre YouTube (Google) ha rimosso uno dei suoi video dopo che l’ex stratega della Casa Bianca, giovedì, aveva praticamente istigato la violenza contro alcuni funzionari statunitensi.

Bannon, in un episodio del suo programma online “War Room Pandemic”, ha chiesto chi Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di allergia e malattie infettive, e Christopher Wray, direttore del Federal Bureau of Investigation, fossero “Impalati” (non ricordo bene come si traduca “to be mounted on pikes”) davanti la Casa Bianca.

“I’d put the heads on pikes. Right. I’d put them at the two corners of the White House as a warning to federal bureaucrats. You either get with the program or you are gone.”

Non ho seguito in diretta il programma ma, citando il sito della CNN, l’espressione che hanno usato è

Dr. Anthony Fauci and FBI Director Christopher Wray should be beheaded

Credo si traduca con “Decapitati”

YouTube, di proprietà della società Alphabet Inc., ha invece rimosso un video offensivo e ha affermato che sospenderà il suo account per “almeno una settimana” per “Incitamento alla violenza”.

Il video è stato in diretta sulla pagina Facebook di Bannon per circa 10 ore giovedì, ed è stato visto quasi 200.000 volte prima che Facebook lo rimuovesse per violazione delle sue politiche di violenza e incitamento.

Facebook rimuove sospende il Gruppo “Stop the Steel”

Giovedì, Facebook ha chiuso un gruppo pro-Trump chiamato “Stop The Steal”. Il gruppo, con centinaia di migliaia di membri, ha coordinato le proteste che cercavano di contestare la legittimità delle elezioni.

Alcuni membri del gruppo hanno parlato di guerra civile e rivolta contro il governo, se Trump dovesse perdere le elezioni, secondo un rapporto dell’Institute for Strategic Dialogue (ISD), un think tank con sede a Londra che monitora l’estremismo.

“So IF they give this to Joe, how do we go about over throwing [sic] the government?”

(Citando un post del gruppo)

Ciaran O’Connor, analista di ISD, ha affermato che, sebbene tali post possano essere iperbolici, i gruppi di Facebook possono essere utilizzati per coordinare proteste offline o eventi che potrebbero diventare violenti.

“È stato possibile per questo gruppo diventare un hub per comportamenti potenzialmente violenti”

ha detto O’Connor.

Uno degli amministratori del gruppo “Stop the Steal”, Dustin Stockton, ha detto alla CNN di non aver visto alcun messaggio all’interno del gruppo “che incitasse alla violenza al di fuori di quella che è un’iperbole politica comune”. Ha detto che la rimozione della pagina da parte di Facebook era “fuori luogo e dovrebbero ripristinarla immediatamente”.

“calling for violence outside of what is common political hyperbole.”

He said Facebook’s removal of the page was “out of line and they should restore it immediately.”

Un portavoce di Facebook ha dichiarato alla CNN: “In linea con le misure eccezionali che stiamo adottando durante questo periodo di accresciuta tensione, abbiamo rimosso il gruppo” Stop the Steal “, che stava creando eventi nel mondo reale”.

Il portavoce ha aggiunto: “Il gruppo è stato organizzato attorno alla delegittimazione del processo elettorale e abbiamo visto preoccupanti richieste di violenza da parte di alcuni membri del gruppo”.

Fonte CNN

Twitter continua a segnalare i post di Trump

Devo dire che vedere Twitter che segnala i tweet di Trump è veramente comico.

twitter segnala Trump

In un certo senso, mi fa pensare “Trump uno di noi” e forse, tutto questo carica ancora di più la sua base e ne amplifica la visibilità e la credibilità.

Si perché Trump, non c’è dubbio, sa utilizzare i social network molto meglio di Biden, riuscendo a ribaltare qualsiasi situazione a suo favore.

Twitter si sostituisce allo Stato

Tutto questo però è molto preoccupante, soprattutto perché è stato Twitter a intervenire e non il Governo. Il fatto che un privato possa limitare la visibilità dell’uomo più potente del mondo, se da un lato è un grande esempio di democrazia (siamo tutti uguali davanti ai social), dall’altro dimostra che la Politica non è in grado di gestire garantire il rispetto delle leggi e della democrazia sui social network. Eppure, i social network non sono certo una novità.

Si perché se Twitter ha ragione, allora dovrebbe esistere una legge a regolare i tutto, se invece Twitter ha torto, è stato commesso un abuso nei confronti del Presidente degli Stati Uniti.

E in Italia come siamo messi?

I Social Network sono centrali nella comunicazione politica anche in Italia, ma sono veramente pochi i politici che ne traggono vantaggio. Al momento sono Matteo Salvini e Giorgia Meloni ad avere maggiore visibilità sui social network, anche se il Presidente del Consiglio Conte, a seguito della Pandemia, ha visto crescere notevolmente il numero dei suoi Followers. Quasi una suo conferma del riconoscimento della sua figura di “Leader politico” da parte di molti italiani.

Nonostante il Movimento 5 Stelle debba gran parte del proprio successo al Blog di Beppe Grillo e ai social network, oggi continuano a perdere consenso, al contrario dei propri rivali, mentre “Le Sardine”, formate soprattutto da giovani, sembrano saper usare molto bene i social.

In Italia non è ancora successo che un leader politico attacchi il sistema elettorale rischiando di scatenare una guerra civile, ma se le istituzioni, anche quelle europee, non saranno in grado di garantire il rispetto della democrazia sui social, chi può dire dove arriveremo?